Bonus Mobili: cosa è, come si richiede e informazioni.
Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è la misura che riguarda l’agevolazione fiscale a favore di chi ha intenzione di realizzare degli interventi di ristrutturazione edilizia. Tali lavori devono rientrare tra quelli compresi all’interno della detrazione del 50% (il Bonus Ristrutturazioni). Il Bonus permette di mettere in detrazione il 50% delle spese per fare l’acquisto di mobili, arredi e grandi elettrodomestici.
La detrazione Irpef pari al 50% vale per acquistare mobili e grandi elettrodomestici di classe che non sia inferiore alla A per i forni. Mentre la E per le lavatrici, stessa cosa lavasciugatrici e le lavastoviglie, F per i frigoriferi. Adesso cerchiamo di capire meglio in cosa consiste il Bonus.
Bonus Mobili 2022: tetto di 10 mila euro
Sommario:
Per quanto riguarda il 2022 torna a 10 mila euro il tetto massimo, mentre si abbassa a 5 mila euro per i futuri anni 2023 e 2024. Il Bonus Mobili 2022, può venire chiesto solo da chi deve realizzare un intervento di ristrutturazione che sia iniziato non prima del 1 gennaio 2021.
In ogni caso, la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione deve essere prima di quella in cui sono stati acquistati beni. Non è importante che le stesse spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’acquisto dei mobili.
Bonus Mobili, per quali lavori si può richiedere?
Vediamo, dopo quanto detto, quali sono con ordine gli interventi per la quale si può fare richiesta. Prima di tutto, le parti comuni di edifici residenziali e gli interventi su singole unità immobiliari residenziali. Per quanto riguarda il Bonus per le parti comuni di edifici residenziali, la manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, ma anche restauro e risanamento conservativo, così come ristrutturazione edilizia dobbiamo evidenziare:
- tinteggiatura pareti e soffitti;
- sostituzione di pavimenti;
- sostituzione di infissi esterni;
- rifacimento di intonaci;
- sostituzione tegole e rinnovo delle impermeabilizzazioni;
- riparazione o sostituzione di cancelli o portoni;
- riparazione delle grondaie;
- riparazione delle mura di cinta.
Invece, i lavori che non sono compresi sono:
- misure dirette a prevenire il rischio di atti illeciti da figure terze;
- la realizzazione di posti auto o di box pertinenziali.
Quando si fa un intervento sulle parti condominiali, i condòmini devono avere diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota. Questo, però, solo per i beni acquistati che sono destinati ad arredare queste parti.
Bonus Mobili su singole unità residenziali
Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. Ciò che viene compreso è:
- Ricostruzione o ripristino dell’immobile danneggiato da eventi calamitosi, solo in caso di stato di emergenza;
- Il restauro oppure risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia degli interi fabbricati, eseguiti da delle imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da eventuali cooperative edilizie che entro 18 mesi dalla fine dei lavori vendono.
Tale Bonus Mobili spetta anche se tutti i beni acquistati (mobili-elettrodomestici) vengono poi destinati ad arredare un ambiente diverso, ma dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.
Bonus Mobili senza ristrutturazione
All’interno della manutenzione straordinaria rientra anche la semplice installazione di una stufa a pellet, oppure quella di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva che è a pompa di calore, così come la sola sostituzione della caldaia. Non è opportuno dover redigere un elaborato intervento di ristrutturazione per avere accesso alla detrazione per l’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici.
Bonus Mobili ed Ecobonus
Gli Ecobonus e Bonus Mobili non sono affatto compatibili. Gli interventi per i quali si fa uso della detrazione del 65%, che sono finalizzati al risparmio energetico non possono essere inseriti all’interno della detrazione per acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici.
Bonus Mobili: cosa rientra, per quali acquisti
Per cui, cerchiamo di fare chiarezza, che cosa si può acquistare con l’agevolazione? Nel Bonus Mobili rientrano le spese per l’acquisto di:
- Mobili tradizionali nuovi: sono intesi tutti quanti gli arredi classici di cucina, soggiorno, camere da letto e bagni. Ad esempio i letti (inclusi i materassi), gli armadi, le cassettiere, le credenze, le librerie, scrivanie, tavoli, sedie, armadi, le poltrone, i divani, tavolini e molto altro simile;
- Non rientrano nell’agevolazione tutti gli acquisti di mobili usati o di antiquariato. Sono anche esclusi tutti i sanitari del bagno quali lavabi, wc, piatti doccia e bidet che, nel caso di ristrutturazione, rientrano nelle spese con il bonus sul recupero edilizio;
- Elettrodomestici bianchi: si intendono frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, basta che siano nella corretta classe energetica. Così possono essere acquistati e messi nella detrazione con il Bonus Mobili per l’anno che è in corso. Rientrano nella categoria anche i forni;
- Apparecchi di illuminazione: sono messi all’interno dell’agevolazione solo tutti i complementi di arredo che sono costituiti da apparecchi di illuminazione (come lampadari, faretti, lampade, ecc.). Devono essere “necessari” alle opere di ristrutturazione. Come ad esempio per i mobili di cui al punto 1, sono esclusi dal Bonus tutti gli elementi antichi e di antiquariato.
Possiamo dire che, più in generale, tutti quelli che sono intesi come elettrodomestici bianchi, e quindi detraibili, sono gli apparecchi inclusi all’interno della lista dell’allegato alla direttiva 2002/95/CE sui RAEE. Che è stata recepita nell’ordinamento italiano con il d.lgs. 151/2005, che potete consultare integralmente.
Bonus Mobili, come pagare
Infine, è opportuno capire come pagare per ricevere il bonus. I metodi sono:
- bonifico bancario o postale;
- carte di credito o debito.
- Non sono ammessi contanti, nemmeno assegni bancari o altri mezzi di pagamento.
Per quanto concerne i bonifici, diversamente da quanto avviene per la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni, dove il pagamento va fatto solo tramite bonifico bancario parlante (con ritenuta), occorre semplicemente usare il bonifico bancario o quello postale.
Attraverso la circolare n. 7/2016 l’Agenzia delle entrate ha dato precisazione che non è obbligatorio l’uso del bonifico detto soggetto a ritenuta. Ovvero quello predisposto dalle banche e da Poste Spa per tutte le spese di ristrutturazione edilizia. Le stesse modalità sono richieste per fare il pagamento delle spese di trasporto e anche di montaggio dei beni, queste sono lo stesso agevolabili.