Assegno Unico: di cosa si tratta, requisiti, informazioni e casi particolari.
L’assegno unico per i figli, è la nuova normativa che fa in modo di rappresentare la parte più importante del Family Act. È stato pensato universalmente, ciò vuol dire che è emesso in una quota mensile riconosciuta a tutti i nuclei familiari in base al loro Isee.
Questa è l’evoluzione del precedente assegno temporaneo per i figli, conosciuto come assegno ‘ponte’. Prima, aveva validità pari a sei mesi, da luglio a dicembre del 2021, si rivolgeva solo ad una quantità ridotta di beneficiari. Per ogni figlio, dal settimo mese di gravidanza, fino a 21 anni, ma cerchiamo di spiegare in breve come funziona e quali sono i requisiti per ottenerlo.
Assegno Unico: come funziona
Nel caso ci sia la presenza di figli maggiorenni, in tal caso, l’assegno è concesso ma solo a patto che i ragazzi studino, oppure che stiano facendo dei tirocini e che abbiano reddito inferiore agli 8mila euro.
Oppure, possono anche essere disoccupati, ma in cerca di un lavoro presso i centri per l’impiego o che si sono impegnati nel servizio civile universale. Non c’è un limite di età, invece, per i figli disabili, ma vi è l’importo differenziato in base al grado della sua autosufficienza.
Requisiti
Le famiglie che hanno figli disabili possono riceve l’assegno unico senza alcun limite di età dei figli. Invece, per quanto riguarda tutti i minorenni, si possono ricevere:
- 105 euro al mese in più se non è autosufficiente;
- 95 euro nel caso di disabilità grave;
- 85 euro per casi di disabilità media.
In presenza dei maggiorenni disabili e fino a 21 anni si possono ricevere:
- 80 euro al mese in più, sommati all’assegno tra i 18 e i 21 anni;
- oltre i 21 anni si continua ad avere un assegno in base all’Isee che può andare da 85 a 25 euro al mese;
- i genitori che hanno figli disabili con più di 21 anni, anche se prendono l’assegno, possono continuare a fruire della detrazione fiscale per tutti i figli a carico.
Gli importi dell’assegno sono stabiliti in merito all’Isee, per quanto riguarda importi sotto i 15mila euro di Isee si può avere il massimo dei benefici, mentre sopra i 40mila si può avere almeno il minimo.
Anche se non si presenta l’Isee si può avere il contributo minimo: dai 50 ai 175 euro al mese, ma che possono scendere da 25 a 85 euro per i figli tra i 18 e i 21 anni.
Inoltre, ci sono delle maggiorazioni in base alla quantità del numero di figli e anche per la presenza di disabili, ma c’è da tenere conto del fatto che entrambi i genitori lavorano.
Una maggiorazione ad hoc, che è di 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee, è rivolto a tutte le giovani mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro per figlio in base all’Isee. Infine, per quanto riguarda i nuclei con quattro figli o più è prevista altra maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese.
Cos’altro sapere?
L’assegno unico, che come abbiamo detto, è erogato dall’INPS a tutti quelli che certificano la responsabilità genitoriale in presenza di figli a prescindere dalla condizione lavorativa. Per cui, tale beneficio spetta a chiunque abbia un figlio minorenne a carico e per ogni figlio maggiorenne a carico almeno fino al compimento del ventunesimo anno di età.
Ma ricordate di fare attenzione, perché sono solo i figli a carico quelli che fanno parte del nucleo familiare indicato ai fini ISEE da parte del beneficiario. Inoltre, il diritto alla prestazione è esteso anche a tutti i nonni e a tutti i nipoti solo se in presenza di un formale provvedimento per affido o in ipotesi di collocamento familiare (quindi equiparando l’affidamento ai sensi della legge 5 maggio 1983, n. 184).
Per quanto riguarda i figli maggiorenni fino a 21 anni, l’assegno è sempre riconosciuto in presenza di una delle condizioni seguenti:
- l’iscrizione a scuola secondaria superiore o ad un percorso di Formazione Professionale Regionale (come i Centri di Formazione Professionale), ma anche percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) oppure un corso di laurea riconosciuto;
- vi sia un contratto di apprendistato, o di tirocinio che possa rispettare tutte le “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento” del 25 maggio 201;
- nel caso di disabilità del figlio a carico, allora, come detto, non ci sono limiti d’età né altre condizioni.
Requisiti di cittadinanza
Chi fa richiesta, nel momento della domanda e anche per tutta la durata del beneficio, deve avere tutti quanti i giusti requisiti di cittadinanza, di residenza e di soggiorno in Italia. Vediamo nel dettaglio cosa si intende. Pertanto, sono inclusi quindi:
- tutti i cittadini italiani;
- tutti i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea,
- tutti gli stranieri apolidi, oppure rifugiati politici o titolari di protezione internazionale che sono equiparati ai cittadini italiani (art. 27 del D.lgs 19 novembre 2007, n. 251, e art. 2 del regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale);
- tutti i possessori e quindi titolari di Carta blu, “lavoratori altamente qualificati” (art. 14 della direttiva 2009/50/CE, attuata con il D.lgs 28 giugno 2012, n. 108);
- tutti quanti i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia per la quale ci sono accordi euromediterranei tra l’Unione europea e tra questi Paesi e che prevedono il generale diritto alla parità di trattamento con i cittadini europei;
- tutti quanti i lavoratori autonomi che sono titolari di permesso di cui all’articolo 26 del T.U.,
- tutti quanti i “familiari” di cittadini dell’Unione europea che sono titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero i titolari della carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente (cfr. gli artt. 10 e 17 del D.lgs 6 febbraio 2007, n. 30);
- infine, tutti quanti i familiari extra UE di cittadini stranieri che sono titolari di un permesso di soggiorno per il ricongiungimento al familiare (cfr. gli articoli 29 e 30 del T.U.).