I dati Istat sbugiardano Renzi: la disoccupazione risale a 12.7%, giovanile 42.6%.
L’Italia continua ad attraversare uno dei periodi peggiori degli ultimi anni: le famiglie continuano ad avere difficoltà ad arrivare a fine mese, le banche non erogano più prestiti e aiuti nei confronti delle imprese e il fisco è considerato ancora come un “nemico” per le aziende.
E mentre il nostro premier, Matteo Renzi, continua ad affermare che l’Italia è entrata nella fase della ripresa, che gli italiani non dovranno più fare sacrifici e che non ci saranno aumenti delle tasse , ecco che l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) mostra il resoconto della situazione occupazionale all’interno del nostro Paese.
La verità è sconcertante poichè il numero degli occupati è in calo e, purtroppo, la disoccupazione (sia generale che giovanile) è in costante aumento.
La disoccupazione nel mese di Febbraio ha registrato il 12.7% mostrando +0,2% rispetto a Febbraio del 2014 e + 0,1% rispetto al mese di Gennaio 2015.
In parole povere si tratta di 23.0000 disoccupati in più da Gennaio 2015 e 67.000 in più confronto ad un 1 anno fa.
A questo proposito l’Istat precisa: “Dopo la crescita del mese di dicembre e la sostanziale stabilità di gennaio, a febbraio 2015 gli occupati diminuiscono dello 0,2% (-44 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,7%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali”.
Il nostro premier, però, si è appena vantato della creazione di ben 79.000 nuovi posti di lavoro nati attraverso le ultime novità in materia lavorativa.
A proposito di ciò è intervenuto nuovamente l’Istat che ha precisato: ”Sono dati di diversa natura – e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti”.
Come se non bastasse la disoccupazione giovanile si assesta allo 42.6% ed è considerata come uno dei peggiori dati di sempre.
E pensare che in Germania si è appena registrato un record storico: disoccupazione al minimo che tocca il 6.4%!
La Chil Post, la società del padre del premier indagato per bancarotta fraudolenta, in decenni di attività non ha assunto nessuno se non Renzi junior alla vigilia della sua elezione alla Provincia di Firenze.Con preziosi contributi previdenziali.Dieci società in trent’anni e appena un dipendente a tempo indeterminato: il figlio Matteo. Della vita imprenditoriale di papà Tiziano Renzi, ora sotto la lente degli inquirenti di Genova che lo hanno indagato per la bancarotta della Chil Post, colpisce anche la gestione del personale. Dal 1984 a oggi, le dieci società che impegnano Renzi senior fanno uso quasi esclusivo di lavoratori atipici. Anche le sorelle di Matteo, del resto, sono tuttora inquadrate nell’azienda di famiglia, la Eventi 6, con contratti co.co.co. E l’attuale premier è stato regolarizzato appena una settimana prima della candidatura alla poltrona sicura di presidente della Provincia di Firenze così da vedersi versare i contributi previdenziali prima da Palazzo Medici Riccardi e, una volta diventato sindaco, da Palazzo Vecchio. Lui si è affidato alla politica, mica ai sindacati.
“tratto da un articolo del ilfattoquotidiano.it”
Bisogna aggiungere altro, su che premier abbiamo e in che mani ci siamo messi?