Cassazione dichiara: ” I precari call center hanno diritto al posto fisso”.
Ottima notizia per tutti i lavoratori che si trovano in condizioni difficili e sotto contratto a progetto co.co.co, co.co.co pro oppure a tempo determinato (o partita iva) nei call center.
Nella scorsa primavera infatti (esattamente nel mese di marzo) la Corte di Cassazione, con una storica sentenza, condannò Atesia-Almaviva contact, una delle principali aziende europee del settore call center.
L’azienda in questione, in modo del tutto illegittimo. non voleva assumere a tempo indeterminato una propria dipendente (impiegata per ben 6 anni, dal 2001 al 2007).
Ma la Cassazione ha dichiarato che non si trattava di lavoro di collaborazione o a progetto, data l’esistenza di un “controllo particolarmente accentuato ed invasivo” da parte della dirigenza dell’impresa.
Non solo, con questa storica sentenza la Cassazione ha chiuso le porte all’azienda Atesina-Almaviva contact, reintegrando la lavoratrice come autonoma, nonostante non fosse stata accolta del diritto durante il primo grado di giudizio nel tribunale di Roma.
Infine dovranno essere restituite tutte le retribuzioni che non sono state corrisposte alla lavoratrice dipendente nel periodo in cui risultava licenziata dall’azienda.
La Cassazione ha ulteriormente dichiarato: “il concorso congiunto del sistema informatico, in grado di controllare l’attività del telefonista in tutti i suoi aspetti, e della vigilanza dell’assistente di sala, mostrava l’esistenza di un controllo particolarmente accentuato ed invasivo, non usuale neppure per la maggior parte dei rapporti subordinati esistenti e quindi inconciliabile con il rapporto autonomo”.
Questa sentenza rappresenta una vera e propria rivincita non solo per questa dipendente ma anche per molti giovani call center (laureati e non) alla ricerca di un lavoro per mantenersi e costretti a subire lamentele e proteste di chi sta dall’altra parte della cornetta.