Crac delle Banche: ecco quali sono quelle più a rischio.
Dopo la catastrofe delle quattro banche che ha portato alla rovina oltre 130.000 clienti sta serpeggiando un po’ di paura tra tutti i risparmiatori. La cosa ancora più triste è che tutti stanno cercando di far credere che ciò che è successo a Pop Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti è stata una sorpresa, ma in realtà potrebbe essere solo l’inizio.
In Italia, infatti, ci sono circa 60 miliardi di obbligazioni subordinate che potrebbero generare gli stessi problemi di quelle finite agli sfortunati risparmiatori delle quattro banche citate, dei prodotti venduti senza copertura, spesso inseriti nelle fasi di un mutuo, ma che possono diventare carta straccia in poco tempo.
Le banche inoltre tendono a costringere i propri risparmiatori all’acquisto di azioni, spesso in maniera inconsapevole, che rende i risparmiatori dei veri e propri soci involontari, che possono portare a dei buoni dividendi nel caso le azioni andassero bene, ma che possono diventare cartaccia se la banca dovesse crollare.
La svalutazione delle azioni è stata anche provocata da alcuni provvedimenti governativi: l’idea di costringere le popolari grandi a trasformarsi in spa ha portato ad una svalutazione in media delle azioni di quasi l’85%, una vera e propria tragedia per i risparmiatori in possesso di tali azioni.
Secondo alcuni analisti di Consultique, sono addirittura 16 miliardi le azioni in possesso dei risparmiatori che possono improvvisamente svalutarsi e diventare pressochè inutili, per cui se siete in possesso di un conto corrente, fate un’analisi approfondita del vostro patrimonio e controllate che la vostra banca non abbia immesso in esso alcune azioni o titoli “illiquidi”.
Gli esperti di Consultique hanno deciso di fare un elenco delle banche che, ad oggi risultano essere in ottima salute, ma che per dimensioni e struttura del business ricalcano gli istituti che hanno riscontrato qualche problema. La lista degli istituti con il patrimonio netto più alto parte proprio da Pop Vicenza (che ha già svalutato i suoi titoli da 62 a 48 euro) e Veneto Banca (lo scorso aprile ha svalutato da 39,5 euro a 30,5 euro), che totalizzano rispettivamente 3,7 e 2,9 miliardi di euro.
Più staccata arriva la Cassa Risparmio Asti ,con 771 milioni, e la Banca Sella con 617 milioni. Seguita dalla Cassa risparmio di Bolzano con 504 milioni. Conclude la lista la Banca di credito Popolare, con 231 milioni.
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