Grecia: l’Unione Europea ordina di mettere in vendita le spiagge.
La crisi economica sta sconvolgendo tantissimi Stati Europei, ma sta facendo terra bruciata soprattutto in Portogallo, in Spagna e in Grecia dove la disoccupazione è in costante aumento e la chiusura delle imprese è all’ordine del giorno.
Le persone sono sempre più povere, lo Stato è sempre più indebitato e l’economia ha subito un blocco totale: proprio per risanare le casse pubbliche, la TROIKA (Unione Europea + Fondo Monetario Internazionale + Banca Centrale Europea) ha deciso di obbligare lo stato greco a mettere in vendita le spiagge attualmente di dominio pubblico.
Mentre le elezioni europee procedono nel migliore dei modi per Tsipras, che conquista il 26%, e per il partito neonazista Alba Dorata che sfiora il 10%, è notizia freschissima che l’agenzia di privatizzazione Hellenic Republic Asset Development Fund (TAIPED) ha messo in vendita ben 110 spiagge greche , in particolare quelle della costa di Afandou.
A dare conferma di tutto ciò, è proprio un dipendente dell’agenzia che ha affermato: “Dobbiamo vendere queste terre.. Ora e subito! Dite alla Russia di sbigarsi!!”
Tramite quest’operazione lo Stato godrebbe di un introito pari a circa 9 miliardi di euro; di diversa opinioni è il responsabile economica del partito Syriza, Yiannis MIlios che afferma: “Dobbiamo mantenere la proprietà di tutti i nostri asset, non venderli al miglior offerente.
L’esperienza dimostra che la privatizzazione di beni pubblici è una idea molto cattiva. Nel caso dell’acqua, per esempio, si assiste al peggioramento della qualità e all’aumento dei prezzi, effetto completamente sbagliato”.