Prezzi troppo alti: i cittadini croati boicottano Supermercati e altri locali.
Da tre settimane i cittadini croati boicottano i negozi ogni venerdì per protestare contro l’aumento dei prezzi. Nonostante l’intervento del governo, che ha imposto un tetto ai prezzi di 70 prodotti essenziali, il malcontento persiste.
Boicottaggio contro il caro vita: la protesta si intensifica
Sommario:
“I negozianti non hanno capito il nostro messaggio, i prezzi continuano a salire”, denuncia Josip Kelemen, leader della piattaforma civica “Halo, inspektore”. Il movimento invita nuovamente i croati a evitare acquisti nei negozi, supermercati e centri commerciali, con un focus particolare sulla catena Konzum, bersaglio del boicottaggio per una settimana.
La protesta, iniziata il 24 gennaio, ha già avuto un forte impatto: nel primo sciopero della spesa, le autorità fiscali hanno registrato un calo del 53% delle vendite nei supermercati rispetto al venerdì precedente. Nel secondo boicottaggio, il calo è stato del 44%.
Perché i prezzi in Croazia sono così alti?
L’inflazione in Croazia è tra le più alte dell’Eurozona, con un tasso del 5% su base annua (gennaio 2025). I consumatori incolpano l’introduzione dell’euro nel 2023 e la speculazione dei commercianti, che alzano i prezzi in estate con l’arrivo dei turisti.
Tuttavia, secondo l’economista Vedrana Pribičević, l’inflazione è causata principalmente dall’aumento della spesa pubblica e dalla carenza di manodopera, che ha portato a una crescita dei salari nel settore privato e pubblico.
Prezzi gonfiati: i consumatori denunciano pratiche scorrette
Sui social media, molti croati segnalano differenze di prezzo tra la Croazia e altri Paesi UE, anche per gli stessi prodotti e nelle stesse catene di supermercati:
- Brillantante per lavastoviglie: 0,95€ in Germania, 2,65€ in Croazia
- Caffè croato: 4-6€ a Zagabria, 2-4€ in Slovenia
- Detersivo per vestiti: prezzo simile a quello di New York
- Caffè decaffeinato italiano: 5€ in Italia, 10€ in Croazia
“Il boicottaggio è necessario per dare voce ai consumatori e cambiare le dinamiche di mercato”, afferma Ana Koceić, avvocatessa di Zagabria.
Il governo risponde con il blocco dei prezzi
Per placare le proteste, il governo del primo ministro Andrej Plenković ha esteso il tetto dei prezzi a 70 beni di prima necessità. Tuttavia, i cittadini rimangono scettici: “Alcuni prezzi fissati dal governo sono addirittura superiori a quelli di mercato”, denuncia Kelemen.
Il boicottaggio si espande nei Balcani
L’onda lunga della protesta ha raggiunto Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e, a breve, anche il Kosovo. “Siamo in contatto con i nostri vicini e li supportiamo. Siamo tutti consumatori”, conclude Kelemen.